Consigli
L'irrigazione delle piante
L’annaffiatura è uno dei gesti più importanti per quanto riguarda la cura delle piante, specialmente per le piante coltivate in vaso. Non esistono delle regole o delle metodologie valide per tutte le specie, ovviamente tutto dipende da un’infinità di fattori per esempio: le condizioni ambientali del luogo di coltivazione, l’esposizione al sole, la stagione, il tipo di coltivazione, il tipo di contenitore, la tipologia di terreno e soprattutto le specifiche necessità di ogni varietà di pianta.
La prima cosa utile è saper comprendere quando la pianta necessita di essere annaffiata, attraverso l’osservazione di tutti i piccoli segnali che manifesta. Alcuni di questi possono essere: la perdita di vigorosità degli apici e dei fiori, il cambiamento di colore del fogliame, il raggrinzimento delle foglie o la limitata fioritura nel caso di specie note per la gran quantità di fiori che solitamente producono. Questi sono solo alcuni esempi di silenziosi segnali che le piante fanno trasparire e che utilizzano per comunicare. Ma anche il terreno in cui risiede la pianta gioca un ruolo importante, è necessario svolgere dei controlli periodici, tastandolo con le dita per valutare il livello di umidità del substrato. Il terreno andrà controllato non solo in superficie ma anche in profondità, in questo modo sarà possibile valutare il momento migliore in cui annaffiare le piante.
L’annaffiatura ha un peso importante a seconda delle stagioni, in estate o durante qualsiasi altro lungo periodo di siccità, è fondamentale annaffiare le piante coltivate in piena terra in modo frequente ma senza esagerare con la quantità di acqua. Annaffiature controllate e regolari permetteranno alle radici di svilupparsi sia in larghezza sia in profondità, evitando un pericoloso stress idrico.
Durante periodi contraddistinti da temperature roventi per tutelare la salute delle piante è consigliabile scegliere di praticare l’annaffiatura durante le prime ore del mattino, trascorrendo un po’ di tempo all’aria aperta quando le temperature sono ancora gradevoli. Si tratta di una buona occasione per rilassarsi e godere di una piacevole atmosfera prima di affrontare la calura estiva. Se non si riesce a portare a termine l’irrigazione durante le prime ore del mattino, si può optare per concludere il procedimento alla sera, magari al tramonto. Un altro aspetto da considerare è che se ci si dedica all’annaffiatura durante le prime ore del mattino o in tarda serata, oltre a procurare benessere alle piante, si permetterà all’acqua di evaporare in modo più lento e quindi ne sarà necessaria una minor quantità.
Le annaffiature durante il periodo invernale possono essere sospese, a meno che non si stia attraversando un periodo di siccità particolarmente lungo. In questo particolare caso, una leggera annaffiatura durante le ore più calde della giornata è proprio quello che serve alle piante.
Nel caso di piante in vaso che vengono messe a dimora in casa o nelle serre al riparo dal gelo invernale, si sconsiglia l’annaffiatura con acqua fredda che può provocare uno shock termico alle radici, dato che la terra avrà una temperatura pari a quella dell’ambiente circostante, in questo caso si rischierebbe di far ammalare la pianta. Se si utilizza l’acqua del rubinetto presente in casa, è bene ricordare che per essere resa potabile viene addizionata con del cloro che stermina i batteri tossici per l’uomo, ma può uccidere anche tutto l’utilissimo ecosistema batterico che si sviluppa nel terriccio dove risiedono le nostre piante.
La soluzione ideale è mettere l’acqua del rubinetto in un recipiente il giorno prima e lasciarla riposare per almeno 24 ore prima di innaffiare, questo procedimento offrirà diversi vantaggi:
1. la temperatura dell’acqua si avvicinerà a quella dell’ambiente circostante e si eviterà lo shock termico quando si annaffia;
2. il cloro presente nell’acqua si scomporrà e almeno in parte evaporerà;
3. in fondo al recipiente si depositerà anche il calcare rendendo l’acqua meno alcalina, fattore che per alcune tipologie di piante è fondamentale. In questo caso l’acqua sul fondo non va usata per annaffiare, poiché lì si trova la maggior parte di calcare depositato.
Ci sono inoltre diversi modi per annaffiare le piante:
- Dall’alto: versando l’acqua direttamente sul substrato con un annaffiatoio, facendo attenzione che non cada sulle foglie. Nel caso di una pianta in vaso, è necessario eliminare poi quella che rimane nell’eventuale sottovaso in modo da evitare pericolosi ristagni.
- Dal basso: riempiendo il sottovaso con l’acqua in modo che venga assorbita dalla terra attraverso i fori di drenaggio. Quando il substrato sarà umido, sarà necessario eliminare i residui d’acqua.
- Per immersione: immergendo la zolla in un recipiente contenente dell’acqua per qualche minuto, lasciando poi scolare. È il metodo più indicato per le piante coltivate in ceste pensili e in vasi piccoli, inoltre è un rimedio di urgenza per recuperare una pianta che si sta seccando rapidamente.
Per concludere è bene ricordare che l’acqua è un bene prezioso e quindi è importante mettere in atto ogni possibile accorgimento per evitare di sprecarla inutilmente. Per esempio: l’acqua utilizzata per sciacquare le verdure può essere riutilizzata per bagnare il substrato delle piantine in appartamento. Se si possiede spazio sufficiente si possono inoltre posizionare dei contenitori sul proprio balcone o in altre zone della casa al fine di raccogliere buona acqua piovana, che si potrà utilizzare per le annaffiature.
Annaffiare le proprie piante è un gesto d’amore che permetterà di farle crescere sane e vigorose può rivelarsi anche un’ottima opportunità per trascorrere del tempo rigenerante a contatto con la natura.